La fototerapia utilizza le radiazioni luminose e infrarosse (IR), in grado di sviluppare prevalentemente energia calorica, e le radiazioni ultraviolette (UV), che sviluppano soprattutto energia chimica.

L'effetto termico cutaneo dipende direttamente dall'assorbimento delle radiazioni e causa un incremento della circolazione capillare superficiale dell'area irradiata con liberazione di sostanze istaminosimili e aumento degli scambi cellulari.

La fototerapia infrarossa è impiegata anche per la sua azione analgesica, legata alla paralisi dei recettori cutanei e muscolari.
La fototerapia infrarossa trova indicazione nelle lesioni traumatiche subacute, nell'artrosi, nelle turbe arteriose periferiche e, inoltre, nelle ulcerazioni anche estese della cute, nelle piaghe da decubito, nelle ulcere varicose, nelle cicatrici cutanee distrofiche.

La fototerapia ultravioletta, o attinoterapia, da un punto di vista clinico, favorisce localmente l'ossidazione dei lipidi della pelle con incremento dell'azione battericida. L'effetto metabolico generale è principalmente legato alla trasformazione delle provitamina D in vitamina D e alla riduzione del tasso glicemico per incremento dei processi ossidativi. Da tali effetti biologici derivano le applicazioni della fototerapia ultravioletta nel trattamento del rachitismo e della osteomalacia in associazione alla terapia farmacologica. L'effetto battericida degli ultravioletti attualmente trova impiego nel trattamento topico delle ferite infette o da decubito. Infine, la fototerapia ultravioletta è ampiamente usata in diverse malattie cutanee, quali la psoriasi, l'alopecia seborroica, la foruncolosi.

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